COMUNE DI QUARTU S.E.


Con i suoi 70 mila abitanti, il Comune di Quartu Sant’Elena, è la terza città della Sardegna in ordine di importanza dopo Cagliari e Sassari. Si trova a 6 km dal capoluogo regionale in una posizione felice dalla quale è facile spostarsi nei quattro angoli dell’isola.

Veduta del 1875 tratta dal Rossi-Vitelli
E’ una delle località più interessanti e complesse della costa meridionale sarda: realtà urbana e rustica ad un tempo, città protesa al mare con un importante entroterra montano. Un centro in movimento, ricco di dinamismo sociale ed economico, tutto da scoprire per il turista che vi si affaccia alla ricerca di luoghi e momenti di svago non stereotipati.

Fino agli Anni Sessanta, la vita economica della cittadina era incentrata prevalentemente sull’agricoltura, l’artigianato e l’estrazione del sale. La vicinanza con Cagliari ha favorito però un’espansione edilizia e di popolazione senza precedenti. In pochi decenni, il numero dei residenti è quadruplicato, trasformando quello che era un tranquillo borgo rurale in una moderna città lineare costiera.

Numerosi sono i nuraghi segnalati nel territorio comunale, quasi tutti in posizione apicale a guardia dei passi in direzione del mare. Fenici e Romani arrivarono presto e si insediarono nei punti chiave del territorio, colonizzando l’originaria popolazione isolana che viveva in queste paludi costiere. Proprio dal miliario che segnava il quarto miglio della strada romana che da Cagliari portava verso l’interno dell’isola, la città prese l’attuale nome. Una grossa eredità culturale lasciarono i Bizantini, ma l’attuale struttura urbana del centro storico ricalca in linea di massima la struttura a “fuso” che si afferma nel periodo medioevale. Le vicende isolane portarono il borgo sotto il dominio dei militari catalani, dei feudatari spagnoli, degli austriaci e dei piemontesi. Tutti trovarono dimora nel vicino Castello di Cagliari, dal quale sfruttavano con avidità le ricchezze della fertile pianura del Campidano. Nel 1793, sulle sue coste viene eroicamente fermato dalle milizie locali un tentativo di sbarco e invasione dell’armata francese agli ordini dell’ammiraglio Troguet. Nel 1956 arriva dalla Repubblica Italiana il riconoscimento ufficiale di “Città”, e viene aggiunto, per evitare la confusione con località omofone del territorio nazionale, il nome della santa patrona.

Quartu, come viene chiamata abitualmente dagli abitanti dell’isola, ha un incantevole litorale di 26 km. Dalla famosa spiaggia urbana del Poetto, che la divide e la unisce a Cagliari, agli splendidi arenili di Mari Pintau (chiamato così il “Mare Dipinto” per la sua bellezza), Murtaucci (Il “Dolce Mirto” nel quale ai forti odori del mare si mischia la fragranza dell’arbusto più diffuso dell’isola), Kala ‘e Moru (ovvero “Approdo del Saraceno” in memoria delle incursioni dei pirati arabi). Quest’ultima spiaggia si fregia della “Bandiera blù” europea, riconoscimento legato alla qualità delle acque e dei servizi turistici. Identico titolo è stato attribuito anche al porto di Marina di Capitana, sicuro e attrezzato approdo per imbarcazioni da diporto. Nel territorio costiero quartese, lungo la strada provinciale che porta a Villasimius, si possono trovare anche località di notevole interesse paesaggistico, quali il litorale di Geremeas, la punta Is Mortorius e l’insenatura di Cala Regina.

La cittadina ha la fortuna di trovarsi al centro di un sistema integrato di parchi in via di costituzione che rende il suo territorio ricco di attrattive ambientali e naturalistiche. Sorge infatti sulle rive dello Stagno di Molentargius che, insieme al Poetto e alle Saline di Stato oggi dismesse, si avvia a diventare una zona umida protetta anche da convenzioni internazionali nella quale nidificano specie rarissime di uccelli.

In particolare, dal 1993 una colonia di bellissimi fenicotteri rosa che si possono ammirare a pochi metri di distanza anche stando comodamente seduti in auto. Per chi invece ama il birdwatching e osa avventurarsi tra i rigogliosi canneti della palude circostante, non è difficile avvistare l’ l’Avocetta, il Cavaliere d’Italia, il Pollo Sultano, l’Airone Cenerino, la Garzetta, il Falco di Palude e altre rare specie migratorie.
Il vero padrone della foresta è però il cinghiale che scorrazza libero e fiero in branchi grazie ai severi divieti di caccia che, negli ultimi decenni, hanno salvaguardato anche rarissime specie di rapaci, roditori e piccoli abitanti del bosco.

L’entroterra montano della città fa parte inoltre del costituendo Parco dei Sette Fratelli, un’immensa foresta ricca di sorgenti, cascate, dirupi, sculture naturali in granito, macchia mediterranea e ricchezze floreali di valore inestimabile.
E’ il luogo ideale per passeggiate, escursioni, trekking e avventure emozionanti alla ricerca del rarissimo cervo sardo che vive ancora in quei luoghi. In autunno, stagione prediletta per l’accoppiamento, nelle alte vette della catena montuosa non è difficile udire i bramiti d’amore dei maschi.

La città, punto d’incontro privilegiato tra le diverse culture dell’isola, vanta una ricca e interessante tradizione gastronomica che sposa i sapori intensi della tipica cucina agropastorale con la cultura raffinata dei gourmet del Mediterraneo. In alcuni quartieri antichi della città, il pane viene ancora prodotto artigianalmente nelle antiche forme del coccoi e del modizzosu. Le farine rustiche utilizzate sono quanto di più genuino e fragrante si possa immaginare.
Una menzione speciale meritano certamente i maestri dolciari, che sfornano prelibatezze di ogni genere e che si sono costruiti una fama duratura in un’isola molto attenta al dolce tradizionale. Gueffus, gattou, piricchitus, pistoccus, ossus de mortu, pistoccus de bentu, candelaus sono gli esotici nomi di alcune di queste squisitezze a base di pasta di mandorle, zucchero, uova e limone. Ottimo è il vino, prodotto nella zona insieme ai liquori di mirto e di limone.Di un certo rilievo è il lavoro orafo, soprattutto per quel che riguarda la produzione di preziosissimi gioielli in filigrana.

Quartu Sant’Elena è ricca di appuntamenti culturali e di spettacolo in modo particolare nella stagione estiva. Rassegne musicali, teatrali e cinematografiche si susseguono senza soluzione di continuità. Particolarmente suggestivi sono gli spettacoli allestiti nelle antiche lollas, i cortili delle case a corte dei contadini, tra la fine del mese di aprile e i primi giorni di maggio. Di particolare suggestione è il Teatro sul mare, un anfiteatro di legno ricavato dalla pianta di quello romano di Nora che ha come quinta la splendida scenografia naturale del Golfo degli Angeli мультитул купить. Nella prima metà del mese di luglio si svolge, da oltre un decennio, il festival internazionale di musica e danze popolari ‘Sciampitta’, una kermesse di colori, musica e allegria popolare.

Da diversi anni Quartu offre ai turisti un ricco cartellone di spettacoli estivi con teatro, cabaret , danza, e grandi concerti di musica rock, pop, jazz, classica e etnica ospitati dall’anfiteatro di legno, dal suggestivo scenario post-industriale delle Fornaci Maxia o dal nuovo spazio del Villaggio Velodromo кастрюли купить. Il centro storico della città è ricco di locali, club, circoli e ristoranti dove si può ascoltare buona musica fino a tarda sera. Il litorale costiero è diventato ormai un affollato milieu di grandi discoteche, discobar, locali di vario genere, pizzerie, ristoranti, campeggi, hotels, parchi di divertimento sull’acqua, night club che, soprattutto d’estate, diventano calamita per le folle dei vacanzieri e non solo.

Verso la fine dello stesso mese di luglio, si svolgono gli antichissimi riti della festa di San Giovanni Battista con il viaggio ricco di simboli di sette vergini (dette Traccheras набір каструль) verso un’antichissima chiesa costiera del litorale a bordo di un carro campidanese (Sa Tracca) che viene allestito in modo da ricordare la forma di una prora di imbarcazione o di una vela gonfiata dal vento.

Dietro Sa Tracca e il suo prezioso carico, viaggiano lungomare i notabili del comitato organizzatore (S’Obrerìa de Santu Anni) con una serie di antichi calessi addobbati a festa плед покривало. La tradizione popolare vuole che la festa sia ispirata al mito pagano di Adone e che ricordi un doloroso tributo umano dei quartesi ai dominatori Fenici, abili marinai e rapaci conquistatori.

Di particolare interesse religioso e antropologico sono anche le feste settembrine di Santa Maria, nella quale di può facilmente assistere alle disfide dei poeti improvvisatori campidanesi, e la festa di Sant’Elena, patrona della città.

Notevoli anche gli appuntamenti di carattere sportivo a livello nazionale e internazionale soprattutto per le discipline del ciclismo su pista, pallavolo, vela, basket, pattinaggio, atletica leggera.